venerdì 1 maggio 2009

Il mio primo Primo Maggio

Oggi è per me un giorno inedito, la mia prima vera Festa del Lavoro.
Torno col pensiero ad un Primo Maggio lontano, parliamo di dodici anni fa: da ventiquattro ore avevo deciso di reputare terminata la mia adolescenza, e uno sguardo allo specchio mi aveva catapultato sulla strada della vita adulta.
I seguenti anni, fino ad oggi, sono stati un susseguirsi di lavori assurdi (e tragicommedie famigliari, ma oggi il tema è un altro). Volantini, garden-sitter, ripetizioni, barista, pulizie, telefonista, agente... ma il mio lavoro assurdo preferito resterà per sempre l'animazione; che follia certe serate!!
E poi quattro anni e mezzo di nevrotica ricerca del "lavoro buono": alzarsi la mattina dopo aver sognato il lavoro, andare al lavoro e spremersi come un'arancia perché "non basta mai" e tornare a casa pensando al lavoro. Il mio periodo in OL, tra novembre 2005 e maggio 2007, mi ha dimostrato che se il lavoro buono nobilita l'uomo, il lavoro cattivo lo devasta.
Per soddisfare il mio bisogno di stabilità materiale ero pronta ogni giorno a sostenere 8 ore di ansia pura, maltrattamenti gratuiti, minacce, insulti ben poco velati, promesse-farsa e anche tutto il corredo psicosomatico allegato. Quando ci ripenso (ora con più serenità), mi rendo conto che avevo paura 24 ore su 24, e che il pensiero del lavoro mi impediva completamente di vivere il resto della mia vita, tant'è vero che trascorrevo i fine settimana in casa, a pulire e brontolare o a rincoglionirmi davanti alla tv.
Quando ho iniziato a lavorare nella mia attuale azienda, mi sono imposta di vedere la situazione come un'opportunità, e non come un esame dall'esito "vita o morte"; il lavoro mi è piaciuto molto fin da subito, adoravo pensare di non avere così tante responsabilità nella vita delle persone com'era prima (per chi sputtana i selezionatori... provate a farlo voi per qualche mese durante un periodo di forte disoccupazione... poi mi direte!). Ho fatto del mio meglio, ma restare disoccupata per due settimane mi aveva fatto davvero bene: ero rimasta viva, al contrario delle mie previsioni paranoiche, e mi sentivo pure piuttosto bene!
Non ringrazierò mai abbastanza chi ha deciso di portarmi avanti per due anni, e poi di sancire il mio ingresso tra le schiere di coloro che il Primo Maggio lo festeggiano davvero.
Resto però consapevole dell'amarezza provata da chi oggi si sente del tutto inutile, da chi si rende conto che non può trovare un posto in cui incasellare le sue capacità e la sua voglia di dimostrare al mondo la propria buona volontà.
Viviamo in un Paese in cui i giornalisti sono ignoranti, i commercianti truffatori, gli insegnanti universitari assenteisti. E poi c'è un esercito di persone valide e impotenti che è rimasto chiuso fuori, e che come me dovrà passare per l'infermo per vedersi riconosciuto il primo diritto censito dalla nostra Costituzione.
Oggi il mio pensiero va a loro.

domenica 12 aprile 2009

La casa e la memoria

Ritorno ora da un pomeriggio trascorso con la mia famiglia, a casa della zia. La casa che è stata dei miei nonni, e poi delle mie zie, e che un giorno sarà di uno dei miei cugini.
Sembra che, man mano che le persone vengono a mancare, viceversa la quantità di affetto che si respira tra quelle quattro mura si moltiplichi a dismisura, come se quei volti che abbiamo tanto amato si trasformassero, morendo, in attaccamento tra le persone, in un vischio che tiene legati padri e figli, fratelli e cugini e su cui è impressa la traccia indelebile di chi ci ha lasciato.
Un paio d'anni fa sentivo la mia famiglia come un corpo contundente che si era impigliato nella mia vita, un marchio senza ritorno.
Ora la voce della casa degli avi mi chiama come una sirena suadente, e a Pasqua resuscita un senso di riunione che avevo perso chissà da quanto. La famiglia è ora un morbido cuscino accogliente, un quaderno con le pagine color panna su cui scrivere la mia parte della storia. Capostipite unica di questa stirpe di persone addolcite è la cara zia Alice, sorella maggiore di mio padre e minore della zia Anita, che abbiamo perso meno di due mesi fa. Lei governa la cucina ed è dispensatrice di vita, ovviamente. Ora che non siamo più bambini tocca a noi portare avanti lo spirito della famiglia: saremmo in sei, ma uno ha preso una strada diversa. Così siamo in cinque: quattro uomini ed io, la più piccola, eredi di quella storia famigliare che ha modellato ogni dettaglio di quella casina abbarbicata al Carso. Al principio erano i nonni, poi quei tre fratelli, ed ora ci siamo noi.
E tra noi vive uno spirito denso di passato, che convoglia i nostri pensieri all'altro e veglia su di noi, così come su di noi veglia una donna che cucina per amore, e con amore immenso nutre il nostro presente e il nostro futuro, perché il nostro compito è portare avanti quella sua storia che è ora riunita in un filo solo. Da due a tre, da tre a uno, e da quell'uno il filo si dividerà in cinque, un giorno.
La nostra storia è parte di noi e del nostro cammino, e certe volte capirlo è davvero confortante.

lunedì 30 marzo 2009

Di ritorno (ahimè)

Ho passato quattro giorni magnifici sui colli della Toscana, e non mi sembra vero di essere già tornata a casa.
Quando siamo partiti c'era un sole splendido, e anche là si faceva fatica a tenere addosso la giacca. Dopo essere finiti sul colle sbagliato grazie al signor TomTom abbiamo deciso che avevamo troppa fame per continuare a cercare il podere, per cui abbiamo mangiato un boccone (economico e poco pretenzioso). Dopo aver finalmente trovato il posto abbiamo lasciato là le valigie e siamo andati a fare un giretto per Certaldo, un posto tranquillo e pieno di bambini toscani (la cosa mi ha sorpreso perché prima di trovare un under 10 oriundo di Monfalcone ce ne vuole...). Abbiamo percorso la salita per Certaldo Alto (pant pant) e abbiamo trovato un borgo davvero suggestivo. Dopo un gelato ristoratore abbiamo proseguito per San Gimignano, molto bella e stracolma di ragazzini in gita. Lì abbiamo cenato, poi siamo rincasati.
Il giorno dopo ci siamo mimetizzati con gli studentelli pendolari verso Firenze: schivando le scolaresche (pienamente detestabili) abbiamo raggiunto Santa Maria del Fiore, di cui ho apprezzato soprattutto il Giudizio Universale della cupola brunelleschesca (?). Di seguito abbiamo visitato Santa Croce, presso cui sono sepolti Rossini, Galileo, Michelangelo e vari altri personaggi importanti. Peccato solo che stessero restaurando metà chiesa. In ogni caso sotto la struttura principale c'è una galleria di tombe davvero interessante.
Dopo pranzo abbiamo visto il Ponte vecchio (quante gioiellerie!!) e gli Uffizi, che mi hanno dato il colpo di grazia. Tra scolaresche e aria viziata ho pensato di non uscirne viva. Notevoli Tiziano, Botticelli e Michelangelo. Volevamo vedere il David in piazza della Signoria, ma anche quello (la copia!) era in restauro.
Abbiamo completato la giornata con un giretto per il mercato di San Lorenzo (con lampredotto allegato, che io non ho apprezzato granché) ed una pizza a Certaldo. Poi massaggio salvavita ai piedini e nanna.
Il terzo giorno è stato il mio preferito: abbiamo visitato il Chianti, da Greve e Montefioralle (a nord) scendendo verso Radda (a sud), deviando per il Castello di Meleto e giungendo infine a Castellina. Borghi stupendi, paesaggi mozzafiato, il vino più spettacolare mai assaggiato e la tartara e la costata della vita. Avrei messo firma per restare lì. Ma visti i prezzi delle case non era proprio il caso.
Poi ieri la sveglia, la valigia, un ciao al Podere e via verso Pisa, dove ci siamo fatti inzuppare fino alle ossa da uno Zeus incazzato col mondo. Avevo già visto la Torre da piccola, ma santo cielo, che impressione anche stavolta!
Poi piano pianino siamo tornati a casa, tra scrosci di pioggia e strade appenniniche.
Va da sé che ripartirei domani, ma mi sa che dovrò aspettare ancora qualche anno per rivedere quei luoghi magnifici (e possibilmente scegliere un periodo meno freddo e piovoso).
A presto Toscana!!

domenica 22 marzo 2009

Trucchi e incubi

E' stata una settimana impegnativa; ho fatto staordinari quattro giorni su cinque, e ho anche trovato un po' di tempo per studiare. Mi sono arrivati i libri per l'esame di Storia delle Tradizioni Popolari e gli adesivi per GattaKa (che sono enormi!).
Sto portando a termine l'organizzazione delle ferie: mancano quattro giorni alla partenza e non vedo l'ora di essere lontano da qui.
Ieri avevo voglia di sbizzarrirmi un po' con il trucco e ho creato questo gioco tra verde e oro: ho usato la matita bianca e quella verde della Basic (prezzi stracciati da Schlecker, e funzionano pure bene) come base ed eyeliner, il blackstar green di Sensory Perfection per l'esterno, il duochrome green and gold sempre di Sensory per l'interno superiore e un po' di ra di Taylormade per la palpebra inferiore (con la matita verde). In effetti sarà ora che io inizi a pensare di decespugliarmi un po' le sopracciglia: il ricordo di mia madre che lo faceva ululando non mi aiuta molto nell'impresa... ed ora che ci penso non mi aiuta neanche il fatto di essere sprovvista di pinzette...
Il moroso è a Bergamo per una riunione/happening di lavoro, quindi stanotte ho dormito da sola. Nessun problema, a parte il fatto che ho sognato che parcheggiavo GattaKa e poi non la trovavo più. Grazie al cielo alla fine del sogno mi sono resa conto che non poteva essere altro che un incubo (se non altro perché ero tardi per il lavoro) e ho deciso di svegliarmi.
Mi aspetta una domenica di pulizie e studio; la domenica ideale di ogni giovane donna italiana.
Se il moroso non mi porta un bel regalo entro qualche settimana qui finisce male...

sabato 14 marzo 2009

Nek aveva capito tutto (venerdì 13)

In poche parole, ieri ho avuto una mattinata lunga e intensa.
Forse per questo motivo, o forse anche a causa dello stress lavorativo, accademico e famigliare degli ultimi 2/3 mesi, ieri sono stata attaccata da quella che poi sarebbe stata definita una cefalea con aura.
Questa simpaticona è entrata in azione nel momento in cui mi sono loggata al mio sistema operativo aziendale: ho iniziato a vedere uno sfarfallio luminoso al centro del mio campo visivo, come quando si guarda una luce intensa per troppo tempo. Avendo in ascolto una persona di una certa importanza, dapprima ho tentato di lavorare lo stesso, cercando di leggere i nomi guardandoli di sbieco. Dopo qualche minuto l'aura si è estesa e spostata lievemente a sinistra.
Ho chiesto scusa 5 volte alla persona che avevo in ascolto, chiesto cortesemente al cliente in linea di richiamare e mi sono fatta accompagnare in una stanza fuori dal contact center. Pensando che fosse un calo di pressione (ma accipicchia, mi ero appena sparata un bel caffè!), mi hanno portato un tè. Solo che lo sfarfallio continuava a estendersi e spostarsi verso sinistra. Niente da fare, non potevo lavorare così. Sono uscita, credo senza neanche timbrare con la causale indisposizione (ero stravolta) e sono salita sul primo pullman per Monfy Town. Nel frattempo l'aura è sparita ed è stata egregiamente sostituita da un blando mal di testa con lieve nausea. Ho chiamato mia zia perché mi accompagnasse dal medico, abbiamo fatto quasi due ore di fila e sono stata visitata in modo piuttosto accurato: chiudi gli occhi e stringi, alza le braccia, quante dita sono queste ecc...
Diagnosi: episodio di cefalea con aura (malefica). In altre parole: normalmente è cronica, ma avrebbe dovuto presentarsi prima. Se non torna meglio, se torna visita neurologica e fondo dell'occhio per concordare una terapia.
Ieri sera alla fine ero spossata e pure un po' incazzosa, non capisco se il mio corpo voglia boicottare la mia carriera o se mi stia solo dicendo "molla il colpo ché io non ti sto dietro". In effetti le due cose potrebbero equivalersi.
Oggi sono andata a tagliarmi i capelli, erano sei mesi che non li regolavo e sembravo un mezzo spaventapasseri, ora sono così (vedi foto).
Oggi pomeriggio ci aspettano Marco e Romina per festeggiare l'arrivo di Gattaka e stasera siamo a cena con Monica e Cris (lubianska forever, saranno tre anni che non la mangio!!).
Domani, a parte dover pulire il terrazzo e fare il pranzo e la pizza per la cena, spero di potermi riposare un po'.
Il corpo non mente mai.

martedì 10 marzo 2009

Laureanda sum

In altre parole, devo essere laureata. La novità (di ieri) è che la prof. Accati mi ha dato la sua disponibilità come relatore di tesi. Ho avuto un tuffo al cuore meraviglioso, perché temevo che anche lei mi desse buca. Invece le ho già risposto per riportarle i fatti salienti della mia carriera universitaria e spiegarle che mi piacerebbe (se possibile, ovviamente) scrivere una tesi sul ruolo e la storia del rito del matrimonio. Lei ha scritto un paio di libri sulla parentela e sull'opposizione tra mascolino e femminino, per cui ho speranze che il tema le possa piacere (sempre se non ci hanno già scritto sopra altre 300 tesi). Ieri ho prenotato in biblioteca anche "Come si fa una tesi di laurea" di Eco, e la bibliotecaria mi ha guardato da sopra i fondi di bottiglia e ha commentato "Ah.... la Bibbia...". Mitica!!
Quello che dovrei fare oggi, invece di stare qui a lanciare messaggi inutili nello spazio e tentare in modo futile di inserire un counter, sarebbe andare in banca a protestare perché mi chiedono la restituzione di una carta di credito che hanno tagliato due mesi fa, poi andare in posta a spedire minacce della Federconsumatori a PosteItaliane, poi andare all'Emisfero a comprare una borsetta cheap perché la mia si sta autodistruggendo e una crema per il mio faccione couperosico.
Poi a mezzogiorno ho appuntamento con Lola per due chiacchiere e una bevanda rapida per festeggiare GattaKa.
Poi devo andare al lavoro... uff... è meglio che vada.

domenica 8 marzo 2009

Pictures of GattaKa


A grande richiesta, eccovi le prime immagini della navicella spaziale Gattaka.
Stamattina c'era un sole caldo ed invitante ed io e pseudoconsorte siamo andati a fare le foto nella zona marina della nostra città. Ho dovuto modificare in modo radicale il colore delle foto perché quelle originali erano francamente inguardabili, ma devo dire che in versione violacea mi faccio simpatia da sola.
Tra l'altro la piccola malefica ci ha pure fatto prendere un colpo, perché al primo tentativo di guidarla del moroso ha risposto con un fischio acuto e prolungato.
Dopo un paio di minuti abbiamo realizzato che si trattava del suo disappunto nell'avere l'autoradio impostata su aux ma con l'mp3 spento.
Ieri sera siamo stati alla festa di mio cugino Davide, che ha appena compiuto 40 anni. Pur non conoscendo nessuno mi sono divertita: lui e la morosa fanno parte di un gruppo di ballo (a cui mi piacerebbe molto appartenere, se avessi una stazza meno transatlantica) e intorno alle undici si sono esibiti in una rueda de casino che mi ha tenuto a bocca aperta dall'inizio alla fine. Per chi fosse curioso qui si trova un filmato esplicativo (ma il gruppo di mio cugino era almeno il doppio e pure molto più bravo!!).
Stamane ho lavorato un po' al forum e ho preparato una grigliata di pollo, zucchine, melanzane e peperoni da mettere nel bentobox del bancario nei prossimi giorni. Poi ho fatto anche le cotolette di pollo (buooooneeee!!) e una specie di pasticcio di patate al forno che però non è riuscito come doveva. In ogni caso il mio pupo è tornato dall'Eurospar con delle mimose stupende.

Nel pomeriggio mi aspetta ancora un po' di lavoro forumistico e poi la pizza: impastare è sempre il metodo migliore per sfogare il nervosismo a livello di manipolazione. Poi un bagno caldo, la cena e un'ironing session davanti a Numb3rs e Criminal Minds della settimana scorsa.
Poi nanna e una nuova settimana (con sei ore di straordinario.... ahia...).